Pinocchio in Emojitaliano

Chiusaroli Francesca, Monti Johanna, Sangati Federico

€ 15,00

Collana: marginalia

Con GLOSSARIO, GRAMMATICA e il testo a fronte dell'originale di Carlo Collodi "La storia di un burattino"

Primo esempio di versione in emoji di un testo letterario italiano , "Pinocchio in Emojitaliano" è un esperimento di elaborazione di un codice artificiale, comprensivo di lessico e grammatica, che vuole esplorare le potenzialità comunicative del repertorio dei celebri pittogrammi della comunicazione digitale. Frutto di una traduzione collettiva su Twitter, e di un dizionario digitale realizzato su Telegram, questo testo fa incontrare la creatività e l'informatica dando vita a un linguaggio scritto condiviso, idealmente leggibile in tutte le lingue del mondo. La sfida della comunicazione universale, per la prima volta, parte dall’italiano con "Pinocchio in Emojitaliano".

Autori / Curatori

Francesca Chiusaroli ​è docente di Linguistica generale e applicata e di Linguistica dei media all’Università di Macerata, e precedentemente ha insegnato nelle Università di Udine e Roma “Tor Vergata”. All’Università di Macerata è coordinatrice del Laboratorio di Fonetica e Scrittura (LaFoS). Tra gli interessi di ricerca, le scritture, in chiave teorica e storica. È autrice del progetto di ricerca ​interdisciplinare “Scritture Brevi” e dell’omonimo blog (www.scritturebrevi.it).

Johanna Monti è docente di Traduttologia e Traduzione specialistica all’Università di Napoli “L’Orientale”. È stata direttore del Centro Linguistico d’Ateneo dell’università di Sassari dove ha insegnato dal 2012 al 2016. Dal 2015 è membro del consiglio direttivo del Centro di Ricerca Interuniversitario I-LAND (Identity, Language and Diversity). I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente le tecnologie per la traduzione.

Federico Sangati è un libero professionista e ricercatore indipendente con un back­ground in analisi automatica dei linguaggi naturali. Ha conseguito il dottorato di ricerca nell’università di Amsterdam, e ha proseguito in ambito accademico nell’università di Edimburgo e nella Fondazione Bruno Kessler di Trento. Da circa tre anni si diletta a creare chatbots su Telegram con finalità sociali o di ricerca scientifica.