Tutto quello che avreste sempre voluto sapere su... Sesto

Andreini Elena, Gambacciani Francesca

€ 10,00

Collana: sextus

Perché Sesto si chiama così? E Gualdo? Perché la statua di Pescetti indica Monte Morello? E quando è stata fatta via Cavallotti, la “strada Nova”? Qual’era il luogo preferito dai buontemponi nel dopoguerra, e cosa accomuna il liceo Agnoletti, piazza del mercato e un satellite artificiale sovietico? Dagli antichi romani ai partigiani, dall’urbanistica alla Storia del Novecento, dallo scultore Bernini e Napoleone Bonaparte a Carlo Conti e le star degli anni ’80… in questo libriccino troverete di tutto su tutto – ma proprio tutto – quello che avreste sempre voluto sapere su Sesto, e magari non vi era neanche mai venuto in mente di domandare.

Autori / Curatori

Elena Andreini è nata a Sesto Fiorentino. Giornalista, ha lavorato per «Teleregione Toscana» dal 1983 al 1993, per la «Gazzetta di Firenze», per Mattina dell’«Unità», per «Il Corriere di Firenze» e per il «Nuovo Corriere di Firenze» ed è stata una delle fondatrici di «Piananotizie», il primo giornale online della Piana fiorentina. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo rosé "Amore, pasticci e altri guai" con apice libri e, nel 2017, "Ti cucino una storia", insieme a Sabrina Caterina Rossello ed Elena Tricca, per le Edizioni Tassinari. È una delle fondatrici dell’associazione Club del Giallo.

Francesca Gambacciani, nata nel 1984, è sestese da almeno tre generazioni. Dal 2006 ha seguito la realtà cittadina e della Piana collaborando con varie testate locali, da «Metropoli» al «Nuovo Corriere», dal «Tgt» all’«InformaFirenze», dal «Corriere Fiorentino» fino all’allora neonato «Piananotizie». Giornalista pubblicista iscritta all’albo e laureata in scienze politiche, tra i vari interessi  annovera la storia e la politica locale. Nel 2014, in occasione del centenario della Casa del Popolo di Quinto Alto, ha collaborato alla stesura del saggio "Storia di una cooperativa. La Concordia di Quinto Alto". 
Versatile per natura e per necessità, Francesca sostiene che il suo forte legame con Sesto sia dato principalmente dal ricordo delle nonne Ada e Zita e dalla passione per lo Svuotacantina.